Il Ctr, Click through rate, è un indice che indica quante persone hanno fatto click su uno specifico link, campagna pubblicitaria, o altro. Il tasso di click rende l’idea di quanto bene stiano funzionando le parole chiave, gli annunci e le inserzioni gratuite. Si tratta di un rapporto che mostra la frequenza con cui le persone che vedono l’annuncio finiscono per cliccarci sopra.
Ogni annuncio, inserzione e parola chiave ha un tasso di click, che è possibile vedere elencati all’interno del proprio account. Un Ctr elevato vuol dire che gli utenti trovano gli annunci e le inserzioni utili e pertinenti alle loro necessità.
Come si calcola il click to rate?
Il Ctr si ottiene dividendo il numero di click ricevuti dall’annuncio per il numero di volte in cui questo viene mostrato. Ecco la formula: click ÷ impressioni = Ctr. Ad esempio, se si hanno 5 click e 100 impressioni, il Ctr sarà del 5%.
Riguardo il monitoraggio della validità di un Ctr, se si considerano ad esempio le campagne su Facebook è sempre bene assicurarsi che il tasso di click non sia mai inferiore all’1%. Vediamo altri esempi:
• Per il fitness il valore giusto sarebbe 1,01%
• La tecnologia richiederebbe un dato pari all’1,04%
• Il settore della bellezza dovrebbe avere un Ctr non sotto l’1,16%
• Per il campo dell’abbigliamento il click through rate si aggirerebbe intorno all’1,24%
• Per la vendita al dettaglio un Ctr di qualità non dovrebbe mai scendere sotto l’1,59%
Monitorando le campagne di Google Ads, un buon Ctr non dovrebbe essere inferiore al 4%. Infine, utilizzando le LinkedIn Ads un valore dignitoso potrebbe aggirarsi intorno all’1,5%.
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Perché il Click through rate è importante?
Questa tipologia di metrica è importante per qualsiasi strategia di marketing digitale. Consente di sapere cosa preferisce visualizzare una determinata fascia di pubblico e ciò permette al titolare del sito web di migliorare le campagne per ottenere migliori risultati.
Il Ctr condiziona anche il punteggio di qualità di un annuncio, il cosiddetto “quality and relevance rating”, un valore che si applica solo nel caso di utilizzo di Google Ads. Quest’ultimo determina il Cpc – costo per click e il modo in cui darà la priorità all’advertising.
Inoltre, è importante considerare di avere un Click through rate alto, poiché in questo modo sarà possibile avere più visite al sito, percepito come coinvolgente dagli utenti, ottenendo maggiori guadagni.
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Come si migliora un Click through rate? I consigli secondo le statistiche
Migliorare il Ctr sulla ricerca organica equivale a posizionarsi più in alto possibile. Il primo risultato in una pagina di ricerca di Google ha un Ctr medio del 31,7%, il secondo risultato del 24,7% e il terzo del 18,7%.
Secondo alcune statistiche, solo lo 0,78% delle persone che navigano sul web cliccano sulla seconda pagina per controllarne i risultati.
Ecco alcuni consigli che le statistiche suggeriscono di seguire:
• Rivolgersi al pubblico interessato, prendendo in considerazione in particolare la posizione, la demografia, lo stile, gli interessi e il comportamento tenuto in generale dagli utenti che hanno interagito con il sito web
• Scegliere le migliori parole chiave, soprattutto quelle a coda lunga, termini o frasi con un basso volume di ricerca, ma che risultano molto specifiche. Questo accorgimento porterà maggiore traffico al sito web
• Migliorare la presenza nella Serp (Search engine results page), componendo meta descrizioni chiare, ottimizzando l’Url e rendendo il titolo più asciutto e semplice possibile
• Essere certi che il sito web sia sito mobile-friendly, cioè ottimizzato per i dispositivi mobili
• Scrivere oggetti email migliori, usando parole accattivanti, personalizzandoli e aggiungendo l’urgenza
• Usare immagini di alta qualità negli annunci
• Mettere in risalto il link, con elementi come colori, dimensione e testo
• Eseguire il test A/B. per confrontare due versioni di una pagina web, di un’email o di un annuncio per avere un’idea migliore di quali funzionino meglio
Tutto questo fa sì che l’esperienza dell’utente sia di qualità e genera tassi di conversione più elevati.
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Il Click through rate e il tasso di conversione
È necessario che il traffico si converta in qualcosa di concreto. Nel momento in cui un visitatore è coinvolto dall’annuncio, farà click sul link del sito web, ma la speranza è che il passaggio successivo a questa azione sia che l’utente scarichi qualche risorsa dal sito, si iscriva a un mailing list o che compri qualcosa. Se ciò non accade, tutti i passaggi sopra elencati saranno inutili.
Un buon tasso di conversione, così come per il Ctr, varia in base al settore in cui si opera. A questo proposito, secondo un’attenta analisi diffusa dall’agenzia di marketing WordStream, in tutti i settori, il tasso medio di conversione delle landing page è stato del 2,35%, ma il 25% delle top page ha un tasso di conversione del 5,31% o superiore. L’ideale sarebbe entrare nel top 10%, ovvero le pagine di destinazione con tassi di conversione dell’11,45% o superiori.
Dopo aver analizzato migliaia di account Google Ads e raccogliendo infinite quantità di dati sulle landing page e sui tassi di conversione, l’approfondimento è ha identificato alcuni tratti comuni delle landing page che convertono maggiormente. In conclusione, è importante stabilire una linea di base per un’attività e focalizzare l’attenzione sul miglioramento dei tassi di conversione in un certo arco di tempo.
In conclusione, monitorare e analizzare costantemente il Click through rate dovrebbe essere una priorità assoluta, per qualsiasi forma di strategia applicata al marketing digitale, così che sia possibile avere un’idea più precisa su come ottimizzare i contenuti sia a pagamento sia organici. Tuttavia, esistono esperti che la pensano in modo completamente opposto riguardo la reale efficacia della valutazione del Ctr.
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Tesi contrastanti sull’utilità del Ctr
Barry Schwartz, psicologo americano il cui lavoro si concentra sull’intersezione tra psicologia ed economia, ha pubblicato un articolo intitolato “Nope. Google does not use Ctr for core search rankings” (tradotto in “Google non usa CTR per il ranking principale di Search”) riguardo la tesi secondo la quale verrebbe ritrattata la relazione tra Ctr e ranking.
Tali osservazioni sono state pubblicate sul Search Engine Roundtable, sito web che raccoglie le discussioni più interessanti dai forum Seo e fornisce maggiori dettagli su di esse. Secondo l’analista, Google non utilizzerebbe i dati di click-through, per classificare i propri risultati di ricerca, ovvero per il ranking principale. Lo farebbe, invece, in modo limitato per la ricerca personalizzata in base ai comandi scritti dall’utente e ai click eseguiti in precedenza. Dunque, stando a tale tesi, il Ctr non verrebbe utilizzato in tempo reale per regolare i risultati di ricerca.
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